"Torna in cucina", "Non basta togliere la patente alle donne, adesso pure a piedi fanno danni" o "In cucina al massimo si tagliava un dito": questi commenti sessisti rivolti a Guadalupe Porras, la guardialinee rimasta ferita durante il match Betis-Athletic Bilbao, ci fanno capire quanta strada ci sia ancora da fare per educare al rispetto (basilare) dell'Altro. Le parole non sono che l'ennesima dimostrazione di una struttura che non funziona: difatti, nonostante lo sport sia il quinto argomento più frequente a livello globale sul fronte della rappresentazione mediale, la porzione di notizie che riguardano le atlete professioniste è soltanto il 14%, percentuale che scende ulteriormente al 3% se consideriamo l’Italia. Analizzando poi i principali notiziari italiani, si constata come appena l’1,7% di contenuti sportivi sia dedicato al calcio femminile, contro una percentuale complessiva del 44% che riguarda i colleghi uomini. Anche in merito ai diritti la situazione non migliora, e il professionismo sportivo femminile sembra riguardare unicamente il golf e il calcio di serie A (quello maschile si estende anche a basket e ciclismo su strada), con una presenza di appena il 28,2% di atlete professioniste. A questo si somma il gender pay gap, non ultimo per importanza, con l’Italia al 79esimo posto, tra l’Uganda e la Mongolia, e una parità salariale prevista per il 2154!
Se scegliamo di non trasferirci in Islanda, l’unico paese ad aver ridotto del 90% l'unadjusted gender pay gap, cioè la differenza tra la retribuzione oraria di un uomo e quella di una donna, quel che ci resta è dare voce e volto a realtà di valore come quelle di 511 Racing Team: una scuderia interamente composta da donne, dai meccanici ai telemetristi alle pilote, che gareggia con successo a livello internazionale. Al fianco del team c'è GiGroup, che da anni mette in luce l’importanza di aiutare i giovani talenti, avviando dinamiche di collaborazione, rispetto ed uguaglianza, in un’unione di intenti e di valori.
Noi di Social Content Factory abbiamo raccontato questo grande esempio di leadership tutta al femminile con una Videostrategy ad hoc. Le riprese sono state effettuate in studio e durante l’ultima gara di Campionato a Imola, con l'esito di un video Hero e tre interviste alle protagoniste del team. Grazie alle testimonianze, abbiamo avuto modo di tornare indietro a quando “l’esigenza iniziale era quella di garantire alle donne un luogo protetto in cui buttarsi, provare, sbagliare, e poi imparare”. Dai racconti abbiamo poi capito quanto si sia sedimentato il concetto di squadra, che fa sempre la differenza: “tutti pensano erroneamente che il motociclismo sia uno sport individuale, ma non è così: ogni dinamica dipende dal rapporto tra i membri, che alla fine si riconosco come una famiglia che cresce e dà fiducia. E' grazie a questo che possiamo, oggi, vedere un futuro in questo ruolo”.
Guarda il video Hero:
https://vimeo.com/manage/videos/880527982/7d3f1ad227
Fonte Immagine: 511 Racing Team
Articolo a cura di Isabella Garanzini, Group Head of Storytelling presso The Story Group